Iniziamo oggi una collaborazione con l’amico Claudio Romiti, che scriverà degli articoli per il nostro sito e che ringraziamo sentitamente.
di Claudio Romiti
In una giornata quasi estiva, ha preso il via il Criterium regionale di corsa campestre 2020, che da sempre si svolge sotto l’egida del C.R.U.P.E e le cui varie tappe vengono organizzate dalle volenterose società podistiche che appartengono al vasto e variegato mondo degli Enti di promozione sportiva. La prima delle cinque tappe in programma si è corsa a Terni, nel consueto campo di gara normalmente dedicato all’antico sport del ruzzolone, in quel di Colleluna. Alle 10 in punto, alcuni minuti dopo la partenza della passeggiata non competitiva, il mio buon amico Carlo Rustici ha sparato il tradizionale colpo di pistola, dando il via alla 20° edizione di tale competizione, sempre ottimamente organizzata dagli amici della Podistica Carsulae. Secondo la classica partizione che divide in due blocchi i partecipanti, con gli over 60 e le donne che normalmente corrono una distanza più breve all’incirca di un terzo, hanno preso il via oltre 120 agguerriti appassionati della corsa campestre. Dico appassionati poiché non da oggi questa nobile e antichissima specialità dell’atletica anche in Umbria continua a rappresentare un settore, per così dire, di nicchia, soprattutto rispetto ai ben altri numeri che caratterizzano le varie competizioni su strada. Ora, senza entrare in discorsi eccessivamente tecnici, in estrema sintesi potremmo azzardare l’ipotesi che alla base di ciò vi possa essere il particolare tipo di impegno che la corsa campestre richiede. Un impegno il quale, data la varietà e tortuosità dei percorsi e le difficoltà aggiuntive legate al clima (non dimentichiamo che i cross si svolgono prevalentemente d’inverno), spesso diventa massimale già nei primi minuti di gara, mettendo a dura prova le principali componenti organiche del podista, nonché la sua capacità mentale di gestire uno sforzo su un terreno che impone continui cambi di ritmo e di direzione. In questo senso non tutti riescono ad esprimersi al meglio in queste particolari condizioni, soprattutto chi è abituato a correre con cadenza regolare e/o progressiva. E proprio sotto il profilo della varietà il tracciato di Terni non si fa mancare nulla, con il suo consueto giro di circa 2.400 m, nel quale sono presenti brevi ma insidiose salitelle e alcuni repentini cambi di direzione, con un fondo erboso oggi particolarmente asciutto, ma che pure nelle più fosche giornate di pioggia si è sempre dimostrato piuttosto drenante.
In questo caldo e soleggiato contesto si è ben distinta la pattuglia dei nostri immarcescibili podisti della Volumnia Sericap, capitanati dal presidente, Raffaele Bottoloni, il quale è riuscito ad agguantare il nono premio di categoria, correndo i due giri del percorso –poco più di 4.800m- in 25.42, malgrado fosse reduce da un lunghissimo di 30 km effettuato il giorno precedente.
Tra i più giovani, che invece si sono misurati su tre giri –all’incirca 7.200m- segnaliamo il buon riscontro di Marco Santantonio, il quale ha concluso la gara in 32.34. Negli over 50 discreta la prova di Enrico Tribbioli, anche se una sua eccessiva esuberanza nei primi chilometri sembra averlo abbastanza penalizzato. Altrettanto valida la corsa di Silvano Silvi, che ha chiuso in 38.39, considerando che i postumi di una fastidiosa infiammazione , specialmente sul terreno sconnesso, gli impediscono da tempo di esprimersi al meglio delle proprie potenzialità. Analogo discorso per il popolare Paolino Bracardi –over 55– che, malgrado una insidiosa contrattura al bicipite femorale –quest’ultimo vero e proprio tallone d’Achille per i podisti- , proprio non ne vuol sapere di restare ai “box” la domenica mattina. 43.43 il tempo della sua gara corsa sin dall’inizio in piena sofferenza.
A questo punto non resta che darci appuntamento alla tappa numero 2, la quale si correrà a Miralduolo il prossimo 2 dicembre, organizzata come sempre dai ragazzi terribili della Podistica Volumnia Sericap.